Il Parco dei Cento Laghi

Un’oasi di pace e natura a soli 40 minuti da Parma.

Parco dei Cento Laghi, tutela una porzione di circa 26.000 ettari dell’Appennino parmense orientale in prossimità con le province di Reggio-Emilia e Massa-Carrara. La presenza delle diverse fasce altimetriche (dai 400 ai 1.650 m s.l.m.) garantisce una notevole varietà di ambienti e un elevato grado di biodiversità. 
Un ambiente di media montagna ospitale e accessibile, nel quale un natura ancora ben conservata, fa da cornice a dolci paesaggi agricoli ed a tante emergenze storico-testimoniali e culturali (pievi, castelli,…).

E’ un territorio vivo e vitale dal quale l’uomo ha saputo dar vita ad prodotti agroalimentari apprezzati in tutto il mondo: Parmigiano-Reggiano DOP e Prosciutto di Parma DOP su tutti.

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Schia

Servizi e qualità della vita

Perla turistica del territorio comunale di Tizzano Val Parma è Schia: situata alle pendici del Monte Caio, che, con le sue cime comprese tra i 1.200 e i 1.584 mt. d’altitudine, è senza dubbio uno dei più rilevanti massicci montuosi, ed è stato più volte definito il più bello fra tutti i monti dell’Appennino Parmense; ricco di boschi, fontane e spunti panoramici di rara e meravigliosa bellezza.

A meno di un’ora da Parma, l’area sciistica, dotata di un moderno impianto di innevamento programmato, oltre che per sci alpino e snowboard è particolarmente indicata per lo sci escursionistico e per il fuoripista, ma vi è comunque la presenza di alcuni percorsi praticabili mediante sci nordico.

Il Monte Caio

Il Monte Caio è senza dubbio uno dei più rilevanti  massicci montuosi ed è stato più volte definito il più bello fra tutti i monti dell’Appennino Parmense, ricco di boschi, fontane, di cui, la più importante è la fonte storica che scaturisce sotto l’eremo di San Matteo e si raccoglie in un tronco d’albero.

Ha grandi pascoli, prati e praticelli dovunque, coperti di fiori e piante medicinali molto ricercate dagli erboristi. Ha spunti panoramici di rara e meravigliosa bellezza. A quota 1430 mt. si trova poi un piccolo laghetto profondo appena 40 cm, alimentato da una sorgente sotterranea ricca di fascino.

In una zona del Caio verso Agna di Corniglio è presente una pianta plurisecolare che lascia stupefatti i turisti che vengono ad ammirarla per la sua imponenza. Si tratta di un faggio tra i più antichi d’Europa, chiamato Grande Faggio dagli abitanti della zona.

Il Monte Caio si caratterizza per la presenza di valli e vallette, incise da rii e torrenti.
Due si originano dalle sue pendici:

– la Val Bardea che nasce in prossimità del Lago delle Ore e si sviluppa verso Est raggiungendo il torrente Enza in località Ranzano;
– la Val Parmossa che prende origine dal lago del Pian della Giara (località nei pressi di Schia), sviluppandosi verso Nord-Ovest fino a raggiungere il torrente Parma in località Pastorello.

I contorni sono inoltre definiti dalla Val Parma verso nord-ovest, dalla Val Bratica verso sud-ovest, dalla Val Cedra verso sud e dalla Val d’Enza verso est.

L’area del massiccio del Monte Caio si presenta geologicamente omogenea, si caratterizza, infatti, per la quasi esclusiva presenza del Flysch del Monte Caio, il Monte si compone inoltre di numerose cime e crinali che si irradiano dalla vetta principale (punta Bocchialini mt. 1584):
– Cresta Nord-Ovest: Monte Novellara (mt. 1219) e Groppo d’Agna (mt. 1165);
– Cresta Nord-Est: Monte Pesdonica (mt. 1303) e Monte Rotondo (mt. 969);
– Cresta Est: Corno di Caneto (mt. 1423) e Monte Botta (mt. 1027);
 Costa del Dragolare: Monte Cornata (mt. 1191), Monte La Penna (mt. 1351) e Monte Castello (mt. 972);
– Cresta Sud-Ovest: Punta Fegni (mt. 1485) e Groppo del Cardello (mt. 1399).

In questa area è racchiuso un ambito di notevole interesse naturalistico, sia per la fauna, sia per l’eccezionale presenza di specie floristiche di natura prettamente alpina. Si presume siano i resti della migrazione vegetazionale verso sud verificatasi durante l’ultima glaciazione, terminata circa 10000 anni fa, a causa del progressivo irrigidimento del clima e dell’avanzamento delle fonti glaciali fino alla fascia ora occupata dalle colline moreniche che racchiudono, verso la pianura, i grandi laghi lombardi

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